
Le bomboniere d’autore di Alessandra Pirola e Lila Zelli
La storia del confetto e delle bomboniere regalo è davvero antica. In uso già tra gli antichi Romani per festeggiare matrimoni e nascite, erano costituiti, originariamente, da una mandorla – o altro seme – avvolto da un composto solido di miele farine.
Possiamo ritrovare cenni storici al riguardo addirittura in alcuni scritti del V secolo a.C.
Nel 1200 questi raffinati dolciumi costituiti da mandorle, o nocciole, o semi di anice erano ancora racchiusi nel miele e venivano consumati da nobili che li conservavano in preziose scatoline riccamente decorate (le antenate delle odierne bomboniere), per poi offrirli durante i ricevimenti.
Persino Boccaccio li cita nel suo Decamerone:
“ lasciamo stare d’aver le lor celle piene d’alberelli di lattovari e d’unguenti colmi, di scatole di vari confetti piene, d’ampolle e di guastadette con acque lavorate e con olii, di bottacci di malvagìa e di greco e d’altri vini preziosissimi traboccanti, in tanto che non celle di frati, ma botteghe di speziali o d’unguentari appaiono più tosto a’ riguardanti…”
Con l’introduzione dello zucchero, bene preziosissimo e costoso, il confetto si trasforma e diventa molto simile a quello moderno.
A questo punto non solo lo scrigno, ma anche il loro contenuto diventa un piccolo tesoro, che solo l’aristocrazia si può permettere.
In Francia le bomboniere – da bonbonnière, ovvero il contenitore dei “bonbons” – sono veri e propri gioielli e rappresentano quasi uno status symbol da regalare ed ostentare.
Prima ancora del diffondersi di questa moda, che comunque ci fa capire come confetto e bomboniera siano da sempre legati, già dal XV secolo in Italia si usa scambiarsi preziose scatolette di dolciumi tra le famiglie nobili dei futuri sposi.
Lo sposo, inoltre, dona alla sposa una “coppa amatoria”,
un piatto di ceramica decorato contenente alcuni confetti come augurio di fecondità e prosperità per la loro vita insieme.
Nel 1896 alle nozze del Principe di Napoli e futuro re d’Italia, Vittorio Emanuele, con Elena del Montenegro sono gli invitati a regalare alla coppia alcune preziose bomboniere.
Solo in seguito si diffonde la tradizione inversa, quella, cioè, secondo cui sono gli sposi a regalare ai propri ospiti una bomboniera.
Questo uso diverrà presto popolare e non più appannaggio esclusivo dei ricchi.
Da amante delle tradizioni, la bomboniera diviene un elemento imprescindibile per il giorno delle nozze.
E’ un regalo destinato ad ogni famiglia intervenuta al matrimonio.
Un ricordo importante nel giorno del sì e, soprattutto, un ringraziamento che gli sposi rivolgono ai propri invitati.
Il consiglio alle coppie è quello di scegliere una bomboniera che rispecchi la loro personalità, che racconti qualcosa di loro a chi la riceve e che non sia un semplice ninnolo, ma un oggetto utile che possa essere usato e vissuto.
Tra gli artigiani a cui mi rivolgo per la realizzazione di questo importante dono voglio parlare oggi dei cucchiaini e delle palette torta vintage in lega d’argento di Gioia Factory, una realtà al momento unica in Italia.
Lila Zelli, l’anima di Gioia Factory, ricerca personalmente da antiquari e fornitori selezionati i suoi cucchiaini ed altre posate vintage in argento o lega d’argento e li personalizza a mano, uno ad uno, con punzoni fatti creare appositamente per lei.
Crea, in questo modo, oggetti raffinatissimi e al contempo funzionali… Soprattutto unici.
Io ho scelto per le mie coppie di sposi una linea di cucchiaini – pensati come bomboniere per gli invitati – e di palette torta, un regalo importante dedicato a genitori e/o testimoni.
Ho scelto con cura ogni dettaglio e la personalizzazione.
L’impegno è che il concetto di “linea” non è del tutto esatto.
Si tratta infatti di pezzi unici tutti diversi tra loro, accomunati dal messaggio d’amore scelto o dai nomi degli sposi, che vengono incisi su di essi.
Vi lascio con alcune immagini scattate durante il nostro shooting nello studio milanese di Click e Chic dal fotografo Andrea Ciriminna.